Il nostro laboratorio di arteterapia
È settembre 2017 quando riprendiamo i laboratori di arteterapia, dopo la pausa estiva. C’è un qualcosa che frulla in testa a me, Patrizia, e Lucia, arteterapeute di Insieme a noi. In realtà di idee ce ne sono tante. Dopo avere realizzato, lo scorso anno, maschere in creta e in cartapesta, ci piacerebbe continuare a lavorare col gruppo attraverso il teatro di figura: burattini, marionette e ombre cinesi. Ma c’è un’altra cosa che ci piace tanto e che ormai è diventata per noi un chiodo fisso: il Kamishibai.
Si tratta di una forma di narrazione di strada giapponese, letteralmente spettacolo teatrale di carta, di antichissime origini. Nel XII secolo i monaci buddisti utilizzavano questo metodo per raccontare storie al popolo. Poi, per secoli, questa tradizione è stata portata avanti dai cantastorie, che, in bicicletta, col teatrino di legno e le tavole illustrate, si fermavano nei villaggi a stuzzicare la fantasia della gente.
Lucia ed io mostriamo al gruppo la storia Kamishibai “Il mio colore” di Fuad Aziz, sperando di contagiare tutti con il nostro entusiasmo. E direi che ce la facciamo proprio, visto che nel giro di alcune settimane, nasce “Come per magia”, la fiaba illustrata a tavole Kamishibai, le cui immagini corredano il numero di giugno del giornalino dell’associazione (lo trovate qui). Quante risate e quanta partecipazione nel disegnare, scrivere, inventare la base sonora e recitare la storia. Ognuno ha potuto parlare, confrontarsi col gruppo, ascoltare ed essere ascoltato. Gìa Carta e il Farfallone Olindo, protagonisti dell’avventura, partono dalla Fonte e qui ritorneranno, dopo una serie di peripezie che li porteranno ad incontrare la Vispa Teresa, a visitare le Terme di Ischia, dove troveranno ad attenderli vasche termali piene di ottimo cioccolato rigenerante.
Ogni vita merita un romanzo, è il titolo di un bellissimo libro di Erving Polster. Con Lucia, dopo la fiaba Kamishibai, pensiamo di proporre la realizzazione del libro della nostra vita.
Scrivere aiuta a fare ordine nei pensieri, a recuperare le emozioni ed i ricordi, scrivere è confrontarsi con se stessi. E, se le parole non vengono, si può sempre scrivere con le immagini. Ecco allora nascere i Silent book, libri di sole illustrazioni, oppure i libri tattili, da toccare, annusare, gustare.
È sempre il Gruppo che decide e, questa volta, il Gruppo sceglie di non vincolare nessuno a scrivere di se stesso. Ognuno è libero di progettare il proprio libro come desidera e di raccontare con parole, immagini, materiali tattili tutto ciò che più gli piace, lasciando piena libertà alla fantasia o alla realtà.
Ci piace pensare che nel laboratorio di Arteterapia, come anche in tutti gli altri laboratori di Insieme a Noi, ognuno è libero di essere se stesso, in uno scambio continuo di doni.
Patrizia Baldini – Arteterapeuta