Perché dovremmo essere felici oggi, alla ottava edizione di Mat?

Dal 20 al 27 ottobre 2018 si è svolta l’ottava edizione di Màt – Settimana della salute mentale. Qui di seguito una riflessione sull’evento di Tilde, la Presidente della nostra associazione.

C’è molta sofferenza in giro davanti alla quale la gente chiude gli occhi pronta se mai a deridere ed etichettare piuttosto che ad accogliere e a capire.
Chi ci sta intorno, i nostri vicini di casa… i cittadini, il contesto sociale, resta spesso indifferente.
Questa indifferenza ci colpisce, come familiari e come persone che attraversano la sofferenza del disturbo mentale.
Ci si sente soli. Peppe Dell’ Acqua dice che i familiari si sentono nel deserto. E in questo deserto si perdono le relazioni, anche quelle dei familiari e degli amici e il carico di responsabilità a cui facciamo fronte diventa fonte di preoccupazione, di paura di non farcela, impossibilità di fare progetti a lungo termine.
Paura e preoccupazione per ” IL DOPO DI NOI ”
Noi con le nostre associazioni, come cittadini, sappiamo che per la ripresa, per UNA MIGLIORE qualità della vita, occorre un contesto sociale rispettoso della dignità e dei diritti delle persone.
Quindi dobbiamo combattere l’indifferenza, insieme, e il pregiudizio che colpisce in particolar modo i più indifesi. Non ci si deve voltare dall’altra parte …e noi abbiamo fatto in modo, anche con l’organizzazione del Màt Pride (che ha aperto l’ottava edizione della Settimana della Salute Mentale di Modena), di essere molto visibili anche quest’anno, sempre di più!
E buone pratiche le mettiamo in atto tutto l’anno, con piccoli passi, ma concreti. Ad esempio, in questo periodo cerchiamo un appartamento per sperimentare nuove forme di abitare, di convivenza attraverso relazioni importanti che facciano leva sulla fiducia, sul rispetto . Perché ci sono anche forme di prevaricazione verso chi non è capace da solo di difendersi o di farsi rispettare, forme di chiusura verso gli altri escludendo il diverso da noi per il colore della pelle o per comportamenti un po’ strambi; queste forme stanno diventando sempre più una modalità diffusa, un egoismo pericoloso che oltrepassa ogni limite. E a cui ci dobbiamo ribellare….
Così ci stiamo occupando ultimamente di agricoltura sociale presso la nostra sede della Fonte dove ci sono ampi spazi di verde da coltivare.
Il progetto che stiamo costruendo dovrebbe favorire la cura di sé, del proprio benessere, attraverso la cura della terra. Siamo in rete con diverse associazioni e Cooperative che ci ha visto, il 24 ottobre, durante la settimana di Màt, discutere di agricoltura sociale in un convegno a Villa Forni in cui hanno parlato ospiti esperti di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate e anche di un innovativo progetto Agricura che è stato sperimentato a Soliera: vorremmo collaborare anche noi al progetto per poterlo sperimentare alla Fonte .
Sempre in tema di Vita Indipendente e di Dopo di Noi, stiamo proponendo al Servizio sociale e al Dsm una sperimentazione che vedrebbe una innovativa convivenza tra un nostro operatore e un socio di Insieme a Noi con periodi brevi di apertura verso persone che vorremmo far uscire gradatamente dalla famiglia per raggiungere una maggiore autonomia e indipendenza.
Crediamo fortemente che l’ isolamento sociale di alcune famiglie si possa vincere quando si raggiungono rapporti di fiducia tra le persone e con il servizio sociale e sanitario che collaborano attraverso una rete di assistenza e di volontariato che senti vicina ai tuoi bisogni.
Se questo si realizzerà dovremmo essere più felici di aver partecipato e contribuito all’ottava edizione di Màt.
Il prossimo anno sarà per noi il venticinquesimo anno dalla nascita di Insieme a Noi.

Tilde

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